OMAN
16 - 28 dicembre 2017

ISTANBUL
14 - 15 dicembre / 1° gennaio
DUBAI
29 - 31 dicembre

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DALLA MOSCHEA BLU AL SOUK

Il Topkapı, Santa Sofia e la Moschea Blu sono forse le attrazioni più rilevanti di Istanbul e sono tutte concentrate a poca distanza l'una dall'altra. Siamo nel quartiere di Sultanahmet e - come promemoria - vale proprio la pena trovare un hotel proprio in questa zona. E' vero che, trattandosi del pieno centro storico, gli edifici non sono nuovissimi a differenza degli hotel che sorgono lungo il Bosforo che possono raggiungere livelli di modernità e di lusso stratosferici. Tuttavia poco importa: il bello dell'antica Costantinopoli è concentrato qui, per cui non è opportuno cercare altrove.
E infatti, appena usciti da Santa Sofia, giusto il tempo di un succo di melograno (consigliatissimo!) ed eccoci pronti a visitare la Moschea Blu. Ma c'è un "però"...

Ci avviciniamo al portale della Moschea Blu quando sono le 11:30 e veniamo a sapere che l'ingresso non è consentito ai non-musulmani fino a mezzogiorno e mezza (quest'orario cambia in base alla stagione), dato che è l'ora della preghiera.
Non ci scoraggiamo: c'è tanto altro da vedere e da fare... Decidiamo d'impiegare il tempo rilassandoci nel parco che separa la Moschea da Santa Sofia e poi puntiamo decisamente verso...

...verso il Bazar di Istanbul che raggiungiamo facilmente, dopo circa mezzo chilometro, percorrendo un bel viale pieno di negozi. Ovviamente il Bazar è un'altra cosa: è realizzato all'interno di un dedalo di stradine che sono state tutte coperte in modo da rendere visitabile i vari negozietti anche in caso di cattivo tempo.
In passato abbiamo visto altri Bazar, ma questo di Istanbul è veramente bello. Innanzitutto è enorme; e poi - se si escludono le scemenze più tipicamente turistiche - i prezzi sono abbordabili. Ovviamente bisogna mercanteggiare e spesso è inevitabile che si finisca in un confronto col venditore al quale non frega un tubo che tu dica che non sei interessato: insiste affinchè si entri nel suo negozio e fa capire che la mercanzia più pregiata è proprio lì!
Mi piacerebbe immergermi serenamente e senza pensare a niente nei vicoli labirintici del Bazar, ma non sono del tutto sereno per vari motivi:
1) è facile perdersi, e non sarebbe il massimo dato che ci troviamo in una città che non conosco e con potenziali probemi di comprensione, considerando che non molti parlano inglese;
2) mettendomi nei panni di un terrorista, quale luogo migliore per un attentato se non le stradine strette e iper-affollate del Bazar?
Il discorso "attentati" è stato ovviamente ponderato durante la fase di organizzazione del viaggio in Oman, del quale Istanbul è solo una veloce tappa intermedia. Ma mentre l'Oman è uno dei Paesi più sicuri al mondo, non altrettanto è possibile dire per le rive del Bosforo, considerando che tra ISIS, Curdi del PKK, foreign fighters e gentaglia simile non si sa prima da chi ci si debba guardare.
In ogni caso, memorizzo le possibili uscite dal Bazar (peraltro tutte munite di metal-detector) e in particolare ne scelgo una secondaria, dato che - penso - il... terrorista delle 12:45 probabilmente sceglierà l'ingresso principale!

In un modo o nell'altro riusciamo a tornare nel quartiere di Sultanahmet per visitare la Moschea Blu, la quale deve il suo nome alle 21.043 piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti e nella cupola. È infatti il turchese il colore dominante nel tempio: pareti, colonne e archi sono ricoperti dalle maioliche di İznik (l'antica Nicea), decorato in toni che vanno dal blu al verde. Rischiarate dalla luce che filtra da 260 finestrelle, questo rivestimento conferisce alla grande sala della preghiera un'atmosfera suggestiva quanto surreale. La Moschea Blu, che risale al XVII secolo, è anche l'unica a poter vantare ben sei minareti, superata in questo solo dalla moschea della Ka'baa, alla Mecca, che ne ha sette. Tale particolarità architettonica è dovuta, secondo una storia popolare, a un fraintendimento: la mania di grandezza del sultano Ahmed I, non potendo eguagliare la magnificenza della moschea di Solimano né quella di Hagia Sophia, non trovò soluzione migliore che i minareti in oro; L'architetto fraintese però le parole del sultano, capendo "altı" (in turco "sei") anziché "altın" (oro).
Da notare che il sultano aveva una loggia privata al piano superiore, che poteva essere raggiunta direttamente a cavallo [maliditta a putrunerìa!].

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