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16 - 28 dicembre 2017

ISTANBUL
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IL TOPKAPI E LA BASILICA DI SANTA SOFIA

Con il volo Istanbul-Mascate previsto alle 20:30 abbiamo l'intera giotnata a disposizione per visitare La vecchia Costantinopoli, e sotto questo profilo, l'Hotel Alilass si è dimostarto strategico: sicuramente da prendere in considerazione per eventuali altri pernottamenti in riva al Bosforo, sia per il suo prezzo contenuto, sia per l'estrema vicinanza alle principali attrazioni di Istanbul.
Iniziamo dal Topkapı, cioè il complesso degli edifici che fu a un tempo residenza del sultano e centro amministrativo dell'Impero ottomano dalla seconda metà del XV secolo al 1856. "Topkapı" vuol dire "cancello del cannone", ed è un insieme molto complesso di costruzioni. Nelle intenzioni del suo ideatore (il sultano Maometto II, che lo fece costruire nell'arco di un decennio a partire dal 1459), la conformazione degli edifici doveva contribuire a mantenere estremo silenzio all'interno degli ambienti di corte...

A tale scopo, Maometto II predispose un rigido e rigoroso cerimoniale di corte che disciplinava la vita quotidiana all'interno del Topkapı, facendone un microcosmo isolato dal mondo. Come detto, uno dei principali dettami fu il rispetto dell'assoluto silenzio all'interno dei cortili. In due riprese (nel 1477 e nel 1481), Maometto II formalizzò la seclusione della corte imperiale ottomana dal mondo tramite il codice "Kanunname", organizzando il protocollo di corte, la gerarchia amministrativa ed i ranghi degli ufficiali. L'architettura del complesso servì così a testimoniare plasticamente e fisicamente la natura introversa della corte che ospitava, garantendo inoltre al sultano e alla sua famiglia un isolamento ed una riservatezza assoluti tramite passaggi-segreti, finestre traforate, cuniculi e labirinti...

La Basilica di Santa Sofia (in turco: Ayasofya; in greco: Αγία Σοφία) è a due passi dal Topkapı.
Originariamente era una basilica cristiana che, però, stranamente non era dedicata ad alcun santo. il termine "Sofia" infatti, non si riferisce a nessuna delle numerose "sante-Sofie" che celebra il calendario cristiano, e che sono:
- Santa Sofia (†250), martire in Fermo, celebrata il 12 aprile;
- Santa Sofia, martire siciliana, celebrata il 10 settembre;
- Santa Sofia (†200), martire in Egitto, patrona di Canaro (RO), celebrata il 18 settembre;
- Santa Sofia, martire romana nel periodo dell’imperatore Traiano, celebrata il 30 settembre;
- Santa Sofia (III secolo), vergine e martire sarda durante l’impero di Diocleziano, celebrata il 15 ottobre.
La particolarità della Basilica di Santa Sofia di Istanbul è che...

... probabilmente è l'unica chiesa cristiana al mondo (per quanto oggi sconsacrata) che è dedicata non a un santo specifico, bensì a un concetto filosofico, quale la "Sapienza (di dio)", il Logos, la seconda persona della Santissima Trinità, la cui festa cadeva il 25 dicembre, l'anniversario della nascita dell'incarnazione del Logos in Cristo.
La struttura è davvero imponente, e la basilica fu cattedrale ortodossa e sede del Patriarcato di Costantinopoli dal 537 al 1453, a eccezione di un breve periodo tra il 1204 e il 1261, quando fu convertita dai crociati a cattedrale cattolica di rito romano sotto l'Impero latino di Costantinopoli. Divenne poi moschea ottomana il 29 maggio 1453 e tale rimase fino al 1931. Fu poi sconsacrata e il 1º febbraio 1935, per volontà di Ataturk, divenne un museo.

Il costo del biglietto è piuttosto esoso, soprattutto per gli standard turchi: 25 lire turche, che corrispondono a circa 10€. E' anche vero che ne vale proprio la pena: la basilica è enorme; oltre agli spazi volumetrici, colpiscono la luce e una miriade di particolari che si sovrappongono e che fanno veramente comprendere come Istanbul sia una "terra di frontiera".

La mania deprecabile di incidere sigle o mettere firme e graffiti sui muri evidentemente non è una prerogativa dell'epoca moderna. Sentite questa:...
Prima dell'anno 1000, la custodia della Basilica era affidata a un corpo di aitanti guardiani vichinghi. Uno di questi, evidentemnete annoiato dai lunghi turni di guardia, ha pensato bene d'incidere una frase col suo nome sulla ringhiera in marmo del loggiato ai piani superiori.
Ci sono due serie di iscrizioni vichinghe, rappresentate da una successione di caratteri runici. Nel primo (posto nella galleria sud) si legge solamente la parte finale di un nome proprio (tipicamente nordico) terminante in "-halftan"; il resto della frase è ormai illeggibile, anche se, dall'analisi di altre incisioni simili nel mondo scandinavo, si può ipotizzare che la frase completa fosse: "XXX-halftan ha inciso queste rune".

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