Rajasthan
India
15 dicembre 2012
1° gennaio 2013

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AGRA: il TAJ MAHAL

Agra, infine. Agra è la prima destinazione tristica dell'India, essendo visitata da oltre tre milioni di persone all'anno. Vi giungiamo dopo il lungo giro nel Rajasthan, dove abbiamo visto essenzialmente palazzi e fortezze di arenaria giallo-ocra. E' dunque uno spettacolo ammirare il bianco candido di una delle meraviglie del mondo: il Taj Mahal!

Agra fu fondata dai primi imperatori musulmani che ne fecero una fiorente capitale, di volta in volta offuscata da Delhi, Fathepur Sikri o Lahore.
Il Taj Mahal fu costruito dall'ultimo grande imperatore moghul: Shah Jahan che lo edificò quando all'orizzonte il corso della storia già faceva intravedere le prime avvisaglie della dominazione inglese.
Vi si accede da tre possibili punti, posti a sud, ovest ed est. Entriamo dal south gate dopo aver pagato il biglietto più caro dell'intero viaggio: 900 rupie a testa (circa 12 euro); tuttavia nella tariffa d'ingresso è compreso l'omaggio di una... bottiglietta d'acqua e di un paio di calze da indossare dopo esserci tolte le scarpe: anche qui si entra scalzi!

Il south gate.

Il Taj Mahal ha l'austerità e la maestosità di un edificio religioso, tuttavia non è un tempio bensì il monumento dell'amore che Shah Jahan volle realizzare in memoria dell'adorata moglie Mumtaz Mahal scomparsa in giovane età. Mumtaz era di una bellezza leggendaria e l'imperatore, disperato per la sua morte, volle realizzare qualcosa che fosse altrettanto bello.
Non fu fcile, però: nessuno nel suo immenso dominio ssembrava in grado di ideare un progetto proporzionato all'amore e al dolore dell'imperatore, così Shah Jahan chiamò il più celebre architetto persiano dell'epoca, concordò con lui il progetto e... gli ammazzò la fidanzata affinchè anche lui provasse lo stesso suo immenso dolore e lo traducesse in arte!!!

Era il 1631 quando i lavori per il Taj Mahal ebbero inizio. L'attività edificatoria continuò fino al 1653, con la partecipazione di lavoratori, artisti e artigiani provenienti da tutte le parti dell'Asia e dell'Europa.
Le pareti dell'edificio principale riportano versetti del corano, a testimonianza dell'origine moghul della dinastia. Dettaglio eccezionale: tutto è assolutamente simmetrico e il punto di simmetria è rappresentato dalla tomba della regina, con l'unica eccezione della tomba di Shah Jahan. Infatti suo figlio Aurangzeb era stufo dell'enorme sforzo economico necessario per la costruzione del mausoleo e non ne volle sapere di costruire il gemello del Taj Mahal che sarebbe dovuto sorgere, in marmo nero, sulla sponda opposta del fiume Yamuna.

Ai due fianchi del Taj Mahal sorgono due edifici anch'essi esattamente uguali: quello di sinistra è la moschea; quello di destra... fu realizzato solo per mantenere la simmetria: non è una moschea, non è un palazzo imperiale,... insomma non è niente di particolare!/td>

Ai quattro angoli dell'area ove sorge il Taj Mahal ci sono quattro alti minareti che l'imperatore volle costruire con un dettaglio molto intelligente: a occhio nudo non si nota, ma queste strutture slanciate sono costruite stile-torre-di-Pisa, cioè sono inclinate leggermente verso l'esterno in modo che, se cadessero a seguito di un eventuale terremoto, non si abbatterebbero sul Taj Mahal!

Il fiume Yamuna nella suggestione della foschia mattutina. E' uno dei tre corsi d'acqua sacri dell'Induismo.

In tarda mattinata lasciamo il perimetro del Taj Mahal. La guida che ci ha accompagnato (un ragazzo che laureato in storia dell'arte - almeno così dice - ci chiede se vogliamo acquistare dei souvenir (come al solito per intascare le provviggioni dei negozianti). Rispondiamo di no. Allora il furbastro ci chiede se vogliamo vedere altre "opere d'arte"; stavolta rispondiamo di sì e lui ci porta... in un negozio-laboratorio dove lavorano pietre preziose e semipreziose!
Ci viene subito incontro il proprietario che vorrebbe venderci di tutto: diamanti, rubini, smeraldi... Ma ci ha forse preso per i nipoti di Berlusconi in vacanza??? Rifiutiamo e allora il tizio propone qualcosa di meno impegnativo: soprammobili in alabastro, oggetti in marmo, arenaria levigata... Anche stavolta la risposta è "no", ma l'uomo non si capacita e insiste: «Per tua moglie, per tua fidanzata, per tua cugina,...» No, non compriamo niente, uffa!!! A quel punto il proprietario si arrabbia con noi, noi ci arrabbiamo con la guida e tutti si arrabbiano con Goga che, sconsolato in un angolo, si sente quasi responsabile per aver condotto lì due spilorci.
Si parte per tornare a New Delhi.

Verso le quattordici siamo già parecchio lontani da Agra e Goga si forma nel solito autogrill [↑↑↑]. E' l'ultimo giorno di vacanza e stavolta decidiamo di concederci un pranzetto consistente. Pranziamo all'aperto, in un bel giardino fiorito, dove ci servono le solite pietanze vegetariane dal sapore di curry, zenzero e altre spezie che in Italia ci mancheranno tanto.

Bambini di strada che chiedono l'elemosina per le strade di Delhi. Fa male al cuore non poterli aiutare.

La nostra stanza al Jivitish Hotel di Delhi: domani si torna in Italia!

L'aereo della China Airlines sorvola le steppe aride del nord-ovest dell'India, ma ben presto il caldo sole del Rajasthan lascia il posto alla neve dell'inverno afghano. Sì: siamo proprio sull'Afghanistan. Ammiriamo in silenzio le lande desolate 10.000 metri più in basso e mille considerazioni si affollano nella nostra mente vedendo miseri villaggi di pietra ricoperti da neve senza alcuna traccia di vegetazione: non un albero, non una macchia di cespugli: solo pietre e capre,fanatismo talebano e niqab.
Stiamo volando verso Roma.

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