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AGRA: il TAJ MAHAL
Agra, infine. Agra è la prima destinazione tristica dell'India, essendo visitata da oltre tre milioni di persone all'anno. Vi giungiamo dopo il lungo giro nel Rajasthan, dove abbiamo visto essenzialmente palazzi e fortezze di arenaria giallo-ocra. E' dunque uno spettacolo ammirare il bianco candido di una delle meraviglie del mondo: il Taj Mahal! |
Agra fu fondata dai primi imperatori musulmani che ne fecero una fiorente capitale, di volta in volta offuscata da Delhi, Fathepur Sikri o Lahore. |
Il south gate. |
Il Taj Mahal ha l'austerità e la maestosità di un edificio religioso, tuttavia non è un tempio bensì il monumento dell'amore che Shah Jahan volle realizzare in memoria dell'adorata moglie Mumtaz Mahal scomparsa in giovane età. Mumtaz era di una bellezza leggendaria e l'imperatore, disperato per la sua morte, volle realizzare qualcosa che fosse altrettanto bello. |
Era il 1631 quando i lavori per il Taj Mahal ebbero inizio. L'attività edificatoria continuò fino al 1653, con la partecipazione di lavoratori, artisti e artigiani provenienti da tutte le parti dell'Asia e dell'Europa. |
Ai due fianchi del Taj Mahal sorgono due edifici anch'essi esattamente uguali: quello di sinistra è la moschea; quello di destra... fu realizzato solo per mantenere la simmetria: non è una moschea, non è un palazzo imperiale,... insomma non è niente di particolare!/td> |
Ai quattro angoli dell'area ove sorge il Taj Mahal ci sono quattro alti minareti che l'imperatore volle costruire con un dettaglio molto intelligente: a occhio nudo non si nota, ma queste strutture slanciate sono costruite stile-torre-di-Pisa, cioè sono inclinate leggermente verso l'esterno in modo che, se cadessero a seguito di un eventuale terremoto, non si abbatterebbero sul Taj Mahal! |
Il fiume Yamuna nella suggestione della foschia mattutina. E' uno dei tre corsi d'acqua sacri dell'Induismo. |
In tarda mattinata lasciamo il perimetro del Taj Mahal. La guida che ci ha accompagnato (un ragazzo che laureato in storia dell'arte - almeno così dice - ci chiede se vogliamo acquistare dei souvenir (come al solito per intascare le provviggioni dei negozianti). Rispondiamo di no. Allora il furbastro ci chiede se vogliamo vedere altre "opere d'arte"; stavolta rispondiamo di sì e lui ci porta... in un negozio-laboratorio dove lavorano pietre preziose e semipreziose! |
Verso le quattordici siamo già parecchio lontani da Agra e Goga si forma nel solito autogrill [↑↑↑]. E' l'ultimo giorno di vacanza e stavolta decidiamo di concederci un pranzetto consistente. Pranziamo all'aperto, in un bel giardino fiorito, dove ci servono le solite pietanze vegetariane dal sapore di curry, zenzero e altre spezie che in Italia ci mancheranno tanto. |
Bambini di strada che chiedono l'elemosina per le strade di Delhi. Fa male al cuore non poterli aiutare. |
La nostra stanza al Jivitish Hotel di Delhi: domani si torna in Italia! |
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L'aereo della China Airlines sorvola le steppe aride del nord-ovest dell'India, ma ben presto il caldo sole del Rajasthan lascia il posto alla neve dell'inverno afghano. Sì: siamo proprio sull'Afghanistan. Ammiriamo in silenzio le lande desolate 10.000 metri più in basso e mille considerazioni si affollano nella nostra mente vedendo miseri villaggi di pietra ricoperti da neve senza alcuna traccia di vegetazione: non un albero, non una macchia di cespugli: solo pietre e capre,fanatismo talebano e niqab. |
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