Rajasthan
India
15 dicembre 2012
1° gennaio 2013

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IL POZZO DI ABHANERI

Lasciamo Jaipur e ci dirigiamo verso Agra, il che significa che attraverseremo il confine tra il Rajasthan e lo stato dell'Uttar Pardesh. Prima del confine, però, il Rajasthan ha ancora una spettacolare sorpresa in serbo per noi: il pozzo di Abhaneri!
Si tratta di uno dei luoghi più incredibili che abbiamo visitato in India, ma ho dovuto chiedere io a Goga di portarci qui (se fosse stato per lui, non ci saremmo venuti), e non solo: la località di Abhaneri non è citata in molte guide, come la "Routard" per esempio!

E' un peccato che molti turisti si perdano questo spettacolo d'ingegneria idraulica. Il pozzo è costituito da un numero incredibile di gradoni che scendono verso il fondo con un effetto ottico ipnotico. L'impressione che si ha è [↑↑↑] quella di osservare un quadro di Escher, oppure - per la sua forma a piramide rovesciata - una rappresentazione dell'inferno dantesco. Tuttavia, l'atmosfera non è per niente quella dei gironi infernali; al contrario, la presenza di pochissimi turisti conferisce al luogo un'aria particolarmente serena e tranquilla.
Il pozzo è molto profondo, e ciò fa sì che l'acqua laggiù in basso si mantenga fresca anche nelle giornate più calde.
I pozzi a gradoni sono una caratteristica del Rajasthan, ma questo è probabilmente il più grande dell'intera India. Fu costruito verso il 980 d.C. (prima dell'anno mille!) non solo come riserva di acqua piovana, ma anche come pozzo al servizio dell'Harshat Mata Temple, un tempio induista che si trova proprio a fianco e che è dedicato alla dea della gioia.
Come al solito, gli indiani fanno un po' confusione con l'igiene, e infatti l'acqua del pozzo veniva indifferentemente usata sia per bere, sia per... lavare i piedi (!) dei pellegrini che accorrevano da tutte le parti della regione per visitare l'Harshat Mata Temple.

Nei dintorni del pozzo la realtà è quella dell'India più rurale. Sembra che i grandi flussi del turismo passino lontani da qui. le stradine attorno al pozzo sono in terra battuta e le case sono degli edifici molto semplici sui tetti dei quali si vedono vasellame di terracotta e dischi di sterco di mucca messi ad essiccare.
Una volta qui c'era una cittadina alquanto movimentata che si chiamava Abha Nagri (="la città della luminosità"), sorta accanto al tempio dela dea Harshat Mata; poi questo culto cadde un po' in declino e Abhaneri (che prese questo nome da una storpiatura nella pronuncia del topònimo originale) tornò a essere un luogo bucolico e semplice.

Il tempio della dea Harshat Mata.

I campi di senape con i bei fiori gialli sono unacaratteristica delle zone del Rajasthan dove è possibile l'irrigazione.

Nei dintorni di Abhaneri la popolazione è molto povera. Chiediamo a Goga di fermarci quando vediamo alcune donne che raccolgono cacca di mucca da essiccare e, poco oltre, un gruppo di bambini che gioca per strada. Il nostro viaggio volge al termine, così vogliamo distribuire gli ultimi vestiti che abbiamo portato dall'Italia, oltre a cibarie varie.
L'incontro con i bambini di Abhaneri...

... è stato tra i più emozionanti. C'è un ragazzino che sembra molto assennato e che comincia a... dirigere la mia distribuzione, indicandomi di volta in volta i compagnetti ai quali dare i vari doni.
Poi accorrono due donne che vogliono unirsi alla ripartizione ma finiscono per disputarsi due magliette, battibeccandosi come due galline in un pollaio. Guardo Vincenzo e mi viene da ridere quando vedo che lui, anzichè intervenire, si ritrae dopo aver notato come le due donne siano sporche di cacca di mucca dalla testa ai piedi! Intervengo io e salomonicamente dò una maglietta ciascuno. La cosa buffa è che una delle due donne, soddisfatta del regalo, mette la maglietta appena ricevuta in una vaschetta piena di... cacca di mucca e va a casa!

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